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Novità sull’analisi dei rischi climatici nel PNRR e il principio DNSH

di: Giampiero Gabrielli
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Il 15 ottobre scorso è stato pubblicato sul sito del MASE il documento dalla Direzione Generale Coordinamento, Gestione Progetti e Supporto Tecnico del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nell’ambito delle attività del PNRR. Il documento fornisce nuove indicazioni operative per garantire la sostenibilità ambientale degli interventi finanziati, in linea con il principio “Do No Significant Harm” (DNSH). Le nuove linee guida aggiornano i criteri per valutare il rispetto degli obiettivi ambientali, rispondendo agli obiettivi del Green Deal europeo e contribuendo all’adattamento ai cambiamenti climatici.

Nel contesto del PNRR, uno degli obiettivi fondamentali è garantire la sostenibilità ambientale degli interventi previsti. Questo viene assicurato grazie all’applicazione del principio “Do No Significant Harm” (DNSH), che richiede che ogni intervento non rechi un danno significativo all’ambiente. La tutela degli ecosistemi e la resilienza ai cambiamenti climatici sono pilastri imprescindibili del PNRR, in linea con il Green Deal europeo.

Il principio DNSH impone che ogni progetto finanziato con risorse europee non comprometta i sei obiettivi ambientali stabiliti dal Regolamento UE 2020/852. Tra questi troviamo: la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’uso sostenibile delle risorse idriche, l’economia circolare, la prevenzione dell’inquinamento e la protezione della biodiversità.

Tra gli obiettivi tassonomici, quello dell’adattamento ai cambiamenti climatici rappresenta un elemento per garantire la robustezza delle opere finanziate, preparandole ad affrontare eventi estremi come siccità, alluvioni o ondate di calore.

L’analisi dei rischi climatici fisici è fondamentale per identificare e valutare le vulnerabilità a cui un’opera potrebbe essere soggetta. Il processo di valutazione varia a seconda dell’entità dell’investimento:

  • Interventi inferiori ai 10 milioni di euro: Si adotta una metodologia semplificata, volta a identificare i potenziali rischi climatici e valutare la vulnerabilità dell’opera rispetto a questi.
  • Interventi superiori ai 10 milioni di euro: Si applica una metodologia più approfondita, che include una fase di screening e un’analisi dettagliata dei rischi, considerando la probabilità e l’impatto di eventi climatici futuri.

L’analisi prevede diversi passaggi chiave, tra cui:

  1. Identificazione dei Rischi Climatici: Si considerano fattori climatici come temperatura, venti, acqua e massa solida, sia in termini di rischi cronici (cambiamenti a lungo termine) sia di rischi acuti (eventi estremi).
  2. Valutazione della Vulnerabilità: Si analizzano la sensibilità e l’esposizione dell’opera ai potenziali pericoli climatici. La sensibilità misura quanto un’opera sia influenzata dai pericoli, mentre l’esposizione considera la probabilità che questi pericoli si verifichino nel luogo prescelto.
  3. Soluzioni di Adattamento: Nel caso in cui l’opera presenti una vulnerabilità significativa, vengono proposte misure di adattamento per ridurre i rischi climatici identificati. Queste soluzioni possono includere misure fisiche (es. argini per la protezione da alluvioni) o misure non strutturali (es. piani di emergenza).

Per facilitare l’adozione delle misure DNSH, non esiste un formato predefinito per il report di adattabilità. Tuttavia, i progettisti devono documentare ogni passaggio dell’analisi, compresa la descrizione dell’area di intervento, l’identificazione dei rischi climatici, e l’analisi della vulnerabilità e delle soluzioni di adattamento.

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