Esplorazione mineraria: il programma nazionale parte anche nella Provincia Comagmatica Romana
di: Giampiero GabrielliIl Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria (PNE) è stato recentemente approvato dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE), segnando l’avvio di una nuova stagione di indagini minerarie su tutto il territorio nazionale. Il programma è stato redatto con il coordinamento di ISPRA e il contributo di ricercatori esperti in esplorazione mineraria, giacimenti e materie prime critiche e strategiche. L’obiettivo centrale è fornire un quadro aggiornato delle potenzialità minerarie del Paese, favorendo una maggiore autonomia nella fornitura di materie prime essenziali e rispondendo alle recenti indicazioni dell’Unione Europea in materia di sicurezza degli approvvigionamenti e transizione ecologica.
Il tema dell’approvvigionamento delle risorse minerarie, in particolare di quelle ritenute critiche per l’industria e la transizione energetica e digitale, è tornato di attualità in tutta Europa. Il recente Regolamento EU 1252/2024 (Critical Raw Materials Act) ha posto l’accento sulla necessità per gli Stati membri di ridurre la dipendenza dalle forniture estere e promuovere strategie integrate per la sicurezza e la sostenibilità. In questo quadro, l’Italia, pur avendo una tradizione mineraria storica e una buona varietà di potenziali risorse, si trova oggi nella necessità di rinnovare il proprio sistema informativo e valutare in modo aggiornato i reali margini di sviluppo delle proprie georisorse.
Il PNE è stato pensato come un programma articolato e a fasi, mirato sia alla ricognizione delle risorse primarie (giacimenti minerari) sia alla valutazione dei depositi di rifiuti estrattivi abbandonati, potenziali fonti di materie prime seconde. Le attività sono indirizzate in particolare verso le materie prime considerate critiche e strategiche dalla UE, alcune delle quali sono state storicamente poco esplorate in Italia.
Il PNE prevede 14 progetti di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale e si affianca al progetto PNRR URBES, dedicato alla mappatura e caratterizzazione dei depositi di rifiuti estrattivi. I progetti riguardano aree di particolare interesse minerario localizzate in regioni come Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Sardegna. Ciascun progetto affronta tematiche specifiche legate a determinati tipi di mineralizzazioni (ad esempio fluorite, terre rare, litio, grafite, antimonio, magnesite, feldspato, solfuri misti, tungsteno, rame e altri metalli o minerali industriali) e prevede una serie di attività di indagine sia su giacimenti noti sia su aree non ancora esplorate in dettaglio.
Un elemento di rilievo del Programma è la contemporanea attenzione rivolta ai rifiuti estrattivi, con un approccio integrato fra ricerca di nuove risorse e recupero di materiali da depositi abbandonati, secondo le indicazioni di economia circolare e sostenibilità.
Le attività previste nella prima fase (fino a maggio 2026) comprendono la raccolta e digitalizzazione dei dati pregressi, nuove campagne di indagini geologiche, geochimiche e geofisiche, l’uso di tecnologie innovative per la mappatura e la modellazione tridimensionale dei potenziali giacimenti, nonché la formazione e l’aggiornamento degli operatori pubblici e privati coinvolti.
Tra le aree di maggiore interesse selezionate nel PNE figura la cosiddetta Provincia Comagmatica Romana, che si estende nel Lazio e rientra tra i sistemi vulcanici alcalini potassici potenzialmente ricchi di terre rare ed altre materie prime critiche. Il progetto prevede l’approfondimento delle conoscenze sui giacimenti di fluorite, terre rare e barite dei distretti vulcanici di Latera, Bracciano e Sacrofano, noti sin dal secolo scorso ma mai indagati sistematicamente rispetto ai criteri di oggi. Verrà aggiornata la mappatura delle mineralizzazioni e dei rifiuti estrattivi presenti, con analisi geochimiche e mineralogiche finalizzate a valutare le reali potenzialità estrattive e la presenza di elementi critici.
Nel Lazio, oltre alle risorse tradizionali come il feldspato, l’attenzione è rivolta soprattutto alla possibilità di recuperare terre rare e altri elementi di interesse industriale dai depositi fluoritici, anche in considerazione delle applicazioni crescenti di questi materiali nelle tecnologie digitali e nella transizione energetica.
L’attuazione del Programma Nazionale di Esplorazione rappresenta un passaggio importante per il rilancio delle attività minerarie e per la valorizzazione delle risorse presenti sul territorio, in un’ottica di sostenibilità e sicurezza degli approvvigionamenti. Nel Lazio, le nuove indagini potranno fornire dati aggiornati su tipologie e quantità di materie prime disponibili, contribuendo anche a una migliore gestione dei siti minerari dismessi e dei rifiuti estrattivi. In parallelo, la collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca, università e operatori economici potrà favorire la formazione di nuove competenze e la crescita di un ecosistema nazionale dedicato alla conoscenza e gestione delle risorse minerarie.