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DGR 794/2024: monitoraggio del territorio con interferometria satellitare

di: Giampiero Gabrielli
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La Regione Lazio ha introdotto, tramite la Deliberazione n. 794 del 15 ottobre 2024, un nuovo approccio per il monitoraggio del territorio attraverso l’interferometria satellitare. Questa innovazione rappresenta un passo avanti per la gestione del rischio idrogeologico e la pianificazione territoriale, fornendo a noi geologi uno strumento prezioso per analizzare le deformazioni del suolo in modo più dettagliato.

Il monitoraggio è stato effettuato dal Centro di Ricerca CERI dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con la Regione Lazio, utilizzando dati provenienti dai satelliti Sentinel-1 e COSMO-SkyMed. L’interferometria satellitare consente di rilevare anche piccoli spostamenti del terreno attraverso l’analisi di immagini ottenute tramite tecnologia SAR (Synthetic Aperture Radar) acquisite su un lungo periodo.

Ma cos’è l’interferometria satellitare? Si tratta di una tecnica che utilizza immagini ottenute tramite tecnologia SAR (Synthetic Aperture Radar) scattate da satelliti per misurare i cambiamenti nella superficie terrestre. Il principio si basa sulla comparazione di due o più immagini acquisite in momenti diversi dallo stesso punto di osservazione. Analizzando le differenze tra queste immagini, è possibile calcolare lo spostamento del terreno, spesso con una precisione di pochi millimetri. Questa tecnica è particolarmente utile per monitorare deformazioni del terreno causate da frane, subsidenza o attività vulcanica, senza dover installare strumenti direttamente sul sito.

I cosiddetti “Permanent Scatterers” (PS), ovvero punti fissi che riflettono il segnale radar in modo consistente nel tempo, permettono di costruire una mappa delle deformazioni al suolo e di identificare aree con movimenti significativi.

Questa metodologia ha portato all’identificazione delle “Aree di Interesse” (AOI), che mostrano deformazioni importanti e richiedono particolare attenzione. Le AOI non rappresentano un confine preciso di una frana, ma segnalano zone che, in fase di pianificazione territoriale, devono essere oggetto di ulteriori approfondimenti geologici e geomorfologici. Le AOI sono strumenti di supporto alla pianificazione e non vanno considerate come delimitazioni definitive di aree in frana. Per ogni AOI vengono forniti punteggi che ne caratterizzano l’intensità del fenomeno deformativo e la rilevanza rispetto agli elementi esposti (ad esempio centri urbani o infrastrutture).

Le informazioni saranno rese disponibili attraverso il Geoportale della Regione Lazio, rendendo i dati accessibili a tutti i professionisti coinvolti nella gestione del territorio, facilitando il lavoro di analisi e progettazione. Tuttavia, questi dati rappresentano solo un punto di partenza: la loro interpretazione deve essere supportata da ulteriori rilievi e verifiche sul campo. L’interferometria non può sostituire la necessità di un’accurata indagine geologica diretta.

È cruciale evitare errori interpretativi nell’utilizzo dei dati. Ad esempio, un singolo PS isolato, anche se mostra una velocità di spostamento significativa, potrebbe non essere rappresentativo di un fenomeno di frana, ma di un’anomalia locale o di un errore nel dato. Solo gruppi consistenti di PS, la cui deformazione è coerente con un fenomeno in atto, possono essere considerati indicatori affidabili di movimenti del terreno.

La Deliberazione n. 794 invita a evitare l’uso improprio di questi dati, come tentare di valutare la stabilità strutturale di edifici basandosi esclusivamente su informazioni interferometriche o considerare le AOI come confini definitivi di aree instabili. Il nostro ruolo come geologi è integrare queste informazioni con rilievi diretti e altre fonti di dati, per fornire una valutazione completa e accurata dei rischi geologici.

In conclusione, la nuova DGR rappresenta un’opportunità per la nostra comunità professionale, fornendo strumenti avanzati per il monitoraggio e la prevenzione dei rischi geologici. È nostro compito utilizzare questi strumenti con discernimento, integrandoli con la nostra esperienza sul campo e con le conoscenze specifiche del territorio. Questo approccio ci consentirà di migliorare la qualità delle nostre analisi e contribuire in maniera significativa alla sicurezza del territorio regionale.

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